Caffè allontana rischio Alzheimer, studio olandese (Coffee to keep off Alzheimer risk, Dutch study)
- Ansa - The Study has just been published by the European Journal of Clinical Nutrition and is the result of a ten-year work and research.2007-02-08 19:23
Consorzio E.S.E.
feb 8, 2007
- Ansa -
SANITA': CAFFE' ALLONTANA RISCHIO ALZHEIMER, STUDIO OLANDESE
LONDRA
(ANSA) - LONDRA, 8 FEB - Lo spettro dell'Alzheimer si combatte con tre tazzine di caffé al giorno, secondo uno studio compiuto sull'arco di un decennio usando come campione seicentosettanta italiani, finlandesi e olandesi tra i settanta e novant'anni d'età. Lo studio, pubblicato sull'ultimo numero dell'"European Journal of Clinical Nutrition" è arrivato alla conclusione che il caffé ha davvero un "forte effetto protettivo" sul cervello: ne stimola la funzione cognitiva e lo mette quindi meglio al riparo dall'insidioso rischio della demenza senile. I ricercatori, capeggiati da Boukje van Gelder, che lavora all'Istituto nazionale per la salute pubblica di Bilthoven in Olanda, hanno scoperto che il caffé ha il massimo del suo impatto benefico se in media se ne bevono tre tazzine al giorno: in questo caso riduce addirittura di quasi quattro volte l'incubo Alzheimer. L'equipe olandese è partita valutando l'abilità mentale dei vecchietti in salute arruolati per l'indagine. Dieci anni dopo si è proceduto ad un secondo controllo e la scoperta è balzata agli occhi lampante: gli anziani 'caffeinomani' sottoposti ai test avevano perso soltanto 0,6 punti (su un totale di 30) in capacità intellettuale contro un 4,3 di chi non ama il caffé. Sulle pagine della rivista medica Boukje van Gelder scrive che i risultati della ricerca "possono avere importanti implicazioni per la salute pubblica se confermati da altri futuri studi": il caffé - che per altri versi può però essere nocivo all'organismo - è una bevanda sempre più popolare nel mondo e non dovrebbe essere difficile consigliarla su larga scala in funzione terapeutica. Sulla base di esperimenti compiuti sugli animali gli esperti ipotizzano che il caffé possa tenere l'Alzheimer alla porta bloccando gli effetti tossici provocati dalla formazione della proteina beta-amiloide (Beta-amyloid in inglese) nel cervello. Pur trovando incoraggiante lo studio olandese la dottoressa Susanne Sorensen, ricercatrice-capo dell'Alzheimer's Society, ha messo ad ogni modo le mani avanti. A suo giudizio è ancora troppo presto per bere il caffé come se si stesse prendendo un farmaco: "Dobbiamo prima trovare perché il consumo della caffeina abbia un impatto sul rischio di demenza senile". (ANSA).
The Study has just been published by the European Journal of Clinical Nutrition and is the result of a ten-year work and research.
2007-02-08 19:23SANITA': CAFFE' ALLONTANA RISCHIO ALZHEIMER, STUDIO OLANDESE
LONDRA
(ANSA) - LONDRA, 8 FEB - Lo spettro dell'Alzheimer si combatte con tre tazzine di caffé al giorno, secondo uno studio compiuto sull'arco di un decennio usando come campione seicentosettanta italiani, finlandesi e olandesi tra i settanta e novant'anni d'età. Lo studio, pubblicato sull'ultimo numero dell'"European Journal of Clinical Nutrition" è arrivato alla conclusione che il caffé ha davvero un "forte effetto protettivo" sul cervello: ne stimola la funzione cognitiva e lo mette quindi meglio al riparo dall'insidioso rischio della demenza senile. I ricercatori, capeggiati da Boukje van Gelder, che lavora all'Istituto nazionale per la salute pubblica di Bilthoven in Olanda, hanno scoperto che il caffé ha il massimo del suo impatto benefico se in media se ne bevono tre tazzine al giorno: in questo caso riduce addirittura di quasi quattro volte l'incubo Alzheimer. L'equipe olandese è partita valutando l'abilità mentale dei vecchietti in salute arruolati per l'indagine. Dieci anni dopo si è proceduto ad un secondo controllo e la scoperta è balzata agli occhi lampante: gli anziani 'caffeinomani' sottoposti ai test avevano perso soltanto 0,6 punti (su un totale di 30) in capacità intellettuale contro un 4,3 di chi non ama il caffé. Sulle pagine della rivista medica Boukje van Gelder scrive che i risultati della ricerca "possono avere importanti implicazioni per la salute pubblica se confermati da altri futuri studi": il caffé - che per altri versi può però essere nocivo all'organismo - è una bevanda sempre più popolare nel mondo e non dovrebbe essere difficile consigliarla su larga scala in funzione terapeutica. Sulla base di esperimenti compiuti sugli animali gli esperti ipotizzano che il caffé possa tenere l'Alzheimer alla porta bloccando gli effetti tossici provocati dalla formazione della proteina beta-amiloide (Beta-amyloid in inglese) nel cervello. Pur trovando incoraggiante lo studio olandese la dottoressa Susanne Sorensen, ricercatrice-capo dell'Alzheimer's Society, ha messo ad ogni modo le mani avanti. A suo giudizio è ancora troppo presto per bere il caffé come se si stesse prendendo un farmaco: "Dobbiamo prima trovare perché il consumo della caffeina abbia un impatto sul rischio di demenza senile". (ANSA).