De\' Longhi, all\'estero è boom (De\' Longhi, booming foreign markets)
- La Repubblica - Piece of news on the market and financial performances of De\' Longhi. Results are more positive than expected and the coffee machines sa
Piece of news on the market and financial performances of De\' Longhi. Results are more positive than expected and the coffee machines sale market has a 20% growth trend also thanks to the capsule segment.
L´ad: guadagnamo quote di mercato rispetto ai nostri concorrenti mondiali.
L´anno è cominciato bene: tutti gli indicatori hanno un segno più, ma in Borsa il titolo continua a soffrire. Per gli analisti i pericoli vengono dal ristagno dei consumi e dall´aumento delle materie prime. Ma a pesare c´è anche la quota del 75% della famiglia
Tutti gli indicatori portano il segno più. L´annata è iniziata di corsa per De Longhi. Il budget 2008, come dice Fabio De Longhi, poneva nel mirino un aumento del fatturato del 5-10% e un incremento dell´Ebitda margin di 1-2 punti percentuali, facendo il bis della performance 2007. "Ma stiamo andando più veloci del previsto" sottolinea l´amministratore delegato del gruppo trevigiano. E al riguardo cita i risultati del primo trimestre, dove emerge la progressione dei ricavi (+13,5%) e dell´Ebitda (+31,6%). Numeri che non riescono a dare la scossa al titolo in Borsa, ma hanno persuaso gli analisti.
I report più recenti, tra i fattori di rischio, si limitano a rimarcare l´incidenza dell´esplosione dei prezzi delle materie prime e il possibile calo dei consumi. Quanto alla Borsa, non c´è mai stato vero feeling tra mercati finanziari e De Longhi. Gli operatori contestano un insufficiente dinamismo alla società e, soprattutto, di sicuro pesa anche il fatto che la famiglia ha mantenuto il 75% delle quote. Dinanzi alle perplessità degli analisti, in particolare rispetto al rischio di una stasi o contrazione dei consumi, Fabio De Longhi ha una risposta semplice: "Stiamo guadagnando quote di mercato rispetto ai concorrenti". Affermazione che vale, in particolare, per un segmento del catalogo: le macchine da caffè, siano le superautomatiche come gli apparecchi a capsule. Leader mondiale nei condizionatori portatili, attore di primo piano in Europa negli elettrodomestici da cucina, De Longhi trova in questa fase nelle macchine da caffè e nei robot da cucina i suoi traini principali (mentre il comparto dei radiatori murali sconta la debolezza del settore immobiliare).
Fino allo scorso anno le macchine da caffè valevano un quarto dei ricavi del settore household. Ma parliamo di una produzione che segna ritmi di crescita del 20% in questa prima parte del 2008. "L´obiettivo è diventare il numero uno a livello mondiale nell´espresso, che non è poca cosa tenendo conto del fatto che il mercato delle capsule sta conoscendo uno sviluppo fortissimo" sostiene ancora l´amministratore delegato. Due note a margine. De Longhi punta dunque a insidiare il primato di un altro marchio storico italiano, qual è Saeco. In secondo luogo, occorre dire che appena il 3-4% del totale dei grani da caffè è destinato all´espresso e che però tale quota segna un costante trend ascendente.
In questo alveo sta l´accordo commerciale stretto con Nestlè, che ha condotto De Longhi a divenire il primo fornitore per macchine da caffè a marchio Nespresso. Sulla campagna pubblicitaria ci hanno messo la faccia di George Clooney, il che la dice lunga sugli obiettivi che Nespresso si pone e sui traguardi impliciti di De Longhi.
Se il caffè è oggi il driver per eccellenza, un anno fa questo business era letteralmente andato in fumo. Il 18 aprile 2007 un incendio devastante aveva ridotto al suolo lo stabilimento trevigiano attrezzato appunto per le macchine da caffè. Incendio sul quale indaga la magistratura, poiché non è affatto esclusa l´origine dolosa. Ma nella sorpresa generale De Longhi a un mese dal rogo apriva, in un´altra fabbrica, una nuova prima linea di produzione e altre progressivamente, fino a arrivare a 7 linee 12 mesi dopo. Il tutto in capo a investimenti per una ventina di milioni di euro, con tempi di realizzazione decisamente inusuali in Italia. "Abbiamo corso un pericolo drammatico, la possibilità di essere sbattuti fuori da questo filone di mercato proprio nella sua fase di boom - dice Fabio De Longhi - ma in questa circostanza ha giocato una volta di più la straordinaria volontà di rilancio dell´impresa e del management. E ci metterei anche la famiglia".
Tale ultima sottolineatura fa il paio con la "smentita netta" di "qualsiasi ipotesi di cessione" da parte dei De Longhi di pezzi o dell´impresa in toto che porta il loro nome. Al riguardo, secondo insistenti rumors, Philips avrebbe manifestato interesse in particolare per gli elettrodomestici marchiati Kenwood e Ariete. Scenari che l´erede del fondatore Giuseppe, tuttora presidente del gruppo e pienamente operativo, dice di "non prendere nemmeno in considerazione", anche alla luce "dell´ottimo andamento dell´azienda". Rimarca che i mercati del Vecchio Continente nel primo trimestre hanno segnato un aumento del fatturato del 37% e che, in generale, sono positivi i dati dell´Est europeo, del Middle e del Far East asiatici. In grigio sono, invece, le cifre relative all´Italia ("i consumi hanno sofferto del clima incertezza determinato dalle elezioni") e ancor più agli Stati Uniti. In quest´ultimo caso, oltre alla contrazione della domanda interna, incide pesantemente il cambio del dollaro. Ma un dollaro tanto debole non potrebbe proporre anche per il gruppo trevigiano, come già hanno saputo cogliere varie altre aziende italiane, qualche opportunità di acquisizioni oltreoceano? "In linea teorica - risponde l´amministratore delegato - la convenienza potrebbe senz´altro esserci, ma per ora non abbiamo nulla all´esame. Il che non toglie che nella nostra storia siamo cresciuti in modo importante anche per linee esterne, sapendo intercettare come nel caso di Kenwood chances sulla scena internazionale".