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De\' Longhi, Ebitda 2007 oltre i 150 milioni (+20%) (De\' Longhi, 2007 Ebitda to exceed 150 million)

- Il Sole 24 Ore - Article with interview to Fabio De\' Longhi, managing director of De\' Longhi, talking about the company\'s development and financial as


- Il Sole 24 Ore -

Article with interview to Fabio De\' Longhi, managing director of De\' Longhi, talking about the company\'s development and financial aspects.

Il fatturato tende a 1,5 miliardi con progresso vicino alle due cifre e una redditività superiore al 10%

«Il nostro gruppo lavora per sviluppare, produrre e distribuire soluzioni finalizzate al confort nelle case e nei luoghi di lavoro». Obiettivi, puntualizza Fabio De' Longhi, amministratore delegato dell'omonima società, «perseguibili lavorando sulla matrice prodotti/canali e salvaguardando il cliente al centro di un sistema che lavora per soddisfare le sue esigenze».

E lo sviluppo dell'attività, aggiunge il capo azienda, «si coniuga con la volontà di riportare i margini reddituali al 14% rispetto al 9,2% del 2006». Obiettivi ambiziosi ma, aggiunge, compatibili con le potenzialità di un gruppo che si è conquistato posizioni di leadership nelle due aree di business in cui opera: la divisione professionale che si occupa di condizionamento e riscaldamento e la divisione casa, a sua volta articolata in tre aree: cucina e preparazione dei cibi, pulizia e ferri da stiro, condizionatori e apparecchi per il riscaldamento.

Il gruppo veneto è infatti il primo produttore in Europa nei Ciller, le macchine di grande dimensioni per gli impianti di aria condizionata messe a punto dalla controllata ClimaVeneta, e si è conquistata una posizione di forza nel condizionamento per le tlc, dove opera la neo-acquisita RC Group. De' Longhi è inoltre leader mondiale nel condizionamento portatile con il noto "Pinguino" e si è conquistato il secondo posto nel business della preparazione e cottura dei cibi, mentre è doveroso richiamare il successo nelle macchine per la preparazione del caffè con utilizzo delle cialde; un business che cresce a doppia cifra e dove ha siglato un accordo in esclusiva con la Nespresso della Nestlé per una nuova linea di prodotti, cappuccino incluso.

Obiettivi di grande rilievo conseguiti merito gli sforzi che la società veneta da sempre indirizza alla ricerca, a cui è destinato circa il 3,5% dei ricavi; un settore dove lavorano 250 persone per «consolidare quei vantaggi competitivi che ci siamo costruiti in quarant'anni di attività e lanciare prodotti sempre più innovativi e ad alto valore aggiunto».

Da rilevare al riguardo che il gruppo ha saputo reagire con proattività alle difficoltà emerse nel biennio 2004-2005, quando si è dovuta confrontare pure con la concorrenza dei prodotti realizzati nei Paesi emergenti a basso costo dei fattori. Scenario a fronte del quale la De' Longhi ha deciso di ricollocare il 70% della capacità produttiva in Cina, mantenedo in Italia i prodotti a maggior valore aggiunto oltreché la ricerca e sviluppo. Il gruppo dispone inoltre di un'unità produttiva in Russia per fornire il mercato locale.

Iniziative portate a termine lo scorso anno, quando il gruppo veneto ha potuto invertire la flessione della redditività conseguendo un aumento di un punto nell'Ebitda margin, salito al 9,2% lungo un itinerario che dovrebbe riportarlo a quel 14% dei primi anni del 2000. Obiettivo perseguibile facendo leva sulla capacità produttiva predisposta in Cina e migliorando il mix delle vendite, lavorando sul lancio di prodotti a sempre più alto valore aggiunto sia nell'ambito dei marchi globali come De Longhi e Kenwood (specializzato nella preparazione dei cibi ove il gruppo è leader in Europa), senza trascurare quei marchi forti su mercati specifici come le citate climaveneta ed RC per l'area professional oltreché Simac, Ariete e Ariagel per la divisione household.

Iniziative i cui effetti emergeranno appieno nei prossimi anni, ma presenti nei conti in esame. Nella prima parte del 2007 il trend dei ricavi è stato infatti decisamente positivo e se non subentreranno fattori straordinari, il gruppo dovrebbe chiudere l'anno con un progresso vicino alle due cifre e vendite tendenti a 1,5 miliardi mentre l'Ebitda margin dovrebbe varcare la soglia del 10% con Ebitda al di sopra dei 150 milioni (+20%).

Progressi conseguibili merito al richiamato buon andamento del mix, mentre l'aumento del costo delle materie prime è stato più che compensato dall'effetto dollaro che ha ridotto significativamente i costi di produzione. Questo in quanto il 70% circa della capacità è realizzata in Cina, dove il dollaro è valuta di riferimento con evidenti vantaggi sui costi.

I punti di forza...

Ricerca, innovazione e posizioni da leader De' Longhi ha reagito con proattività alle difficoltà emerse nel biennio 2004-2005 ed è riuscita a ritrovare l'itinerario della crescita, anche reddituale, grazie pure alla capacità innovativa che storicamente caratterizza un gruppo che oggi realizza in Cina il 70% dei prodotti. E la capacità innovativa ha permesso di lanciare nuovi prodotti aumentando nel contempo il peso della componente a maggior valore, rafforzando pure il buon posizionamento nell'attività core.

- Ricerca e sviluppo. È una delle caratteristiche storiche dell'azienda venetà, che riserva alla ricerca una quota intorno al 3,5% dei ricavi. Risorse grazie alle quali accrescere l'efficienza dei prodotti storici e lanciare nuove iniziative migliorando il mix in tutte e due le divisioni in cui opera il gruppo.

- Nuovi prodotti e soluzioni. Il gruppo si è conquistato posizioni di primo livello sia nella divisione casa, dove è il secondo operatore nella cottura e preparazione del cibo, sia nel business professionale, dove De' Longhi è il numero uno in Europa nel Ciller, le macchina di grandi dimensioni per gli impianti di aria condizionata oltreché nel segmento del condizionamento per gli impianti di tlc dove è stata acquisita RC Group. Ed è ancora la ricerca che ha consentito di migliorare lo stock dei prodotti classici e lanciarne di nuovi a maggior valore quali le macchine da caffè della divisione cooking oltreché i nuovi modelli di condizionatori e le più recenti versioni per gli atrezzi dedicati alla pulizia della casa.

- La ripresa dei margini. È stato completata la localizzazione degli impianti in Cina avviata alla fine del 2003. Iniziativa grazie alla quale oggi il 70% dei prodotti viene realizzato in Cina, mentre gli impianti italiani sono riservati ai prodotti a più alto valore aggiunto. Iniziative grazie alle quali il gruppo ha saputo riportare vigore alla redditività, contrastando una concorrenza agguerrita e gli effetti dell'aumento del costo delle materie prime.

... e quelli di debolezza

Un settore maturo esposto ai trend La De' Longhi opera in un settore maturo ed esposto a una concorrenza feroce, oltreché alla dinamica congiunturale in quanto risente dell'andamento dei consumi essendo l'attività dell'azienda finalizzata alle soluzioni per il confort. E il confort si ricerca con maggiore intensità quando la situazione economica lo permette. Ci sono poi i temi connessi al forte aumento del costo delle materie prime e quelli climatici, in quando gli inverni miti riducomo i consumi dei sistemi di riscaldamento, mentre le estati non torride scoraggiano l'acquisto dei condizionatori.

- Un settore maturo. De' Longhi opera in un settore decisamente maturo e caratterizzato da una concorrenza feroce. Un fenomeno emerso con forza nel biennio 2004-2005 quando l'azienda ha dovuto sacrificare i margini per salvaguardare le quote di mercato mentre stava trasferendo le capacità produttive in Cina per poter continuare a competere.

- Esposta alla congiuntura. Il gruppo opera nello sviluppo, produzione e distribuzione di soluzioni per il confort nella casa e nei luoghi di lavoro. Ma il confort è ricercato con più intensità quando le condizioni economiche sono floride, mentre la domanda decresce quando la congiuntura rallenta. Nel contempo molte linee di prodotto sono vincolate all'andamento climatico: i sistemi di riscaldamento si vendono meglio se l'inverno è freddo e così i condizionatori sono ricercati se l'estate è calda.

- Il costo delle materie prime. È cresciuto in misura sensibile nel recente passato e ciò incorpora un altra criticità poiché l'acciaio rappresenta circa il 7% dei ricavi e la plastica pesa per un altro 5 per cento.

- I temi borsistici. Il flottante è poco superiore al 20% e la liquidità ne risente penalizzando gli investitori istituzionali, in particolare quelli esteri oltreché le valutazioni degli analisti, alcuni dei quali applicano uno sconto del 10% sul fair value proprio per questi motivi.

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