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De\' Longhi resiste alla crisi (De\' Longhi to resist crisis)

Scritto da Consorzio E.S.E. | 20/12/2008
- Borsa e Finanza -

Despite the recent world wide financial and economic crisis, De\' Longhi seems to be strong enough to face the difficult times.  And this situation is confirmed by financial analysts who have mantained an outperform judgement.

Il mercato di riferimento non è dei più gettonati in questo periodo, ma De’ Longhi sembra in grado di resistere alla doppia tempesta dei mercati finanziari e dell’economia reale. Per il gruppo di Treviso, ormai, il settore trainante è quello cosiddetto household, che comprende elettrodomestici per il condizionamento e riscaldamento, ma anche e soprattutto macchine da caffè, prodotti per la cucina, pulizia della casa e stiro, distribuiti attraverso il canale retail con i marchi De’ Longhi, Kenwood e Ariete. A differenza del concorrente Indesit, De’ Longhi può vantare una limitata esposizione sul mercato inglese: meno del 10% dei ricavi nel 2007 sono stati infatti realizzati nel Regno Unito. Inoltre il calo del fatturato nel terzo trimestre (-4% a cambi correnti e -0,8% a cambi costanti) ha impattato in misura contenuta sulla marginalità, visto che l’Ebitda ante partite non ricorrenti è sceso solo del 2,9% (+2,7% invece l’incremento sui nove mesi).

A settembre la società ha incassato 39 milioni a liquidazione dell’incendio che colpì gli stabilimenti nell’aprile 2007. E sulle prospettive dell’ultimo trimestre, pur con tutte le preoccupazioni del caso vista la crisi economica, vale la pena ricordare quanto scritto lo scorso 13 novembre sulla relazione trimestrale: «Il gruppo continua a perseguire gli obiettivi prefissati, pur in una situazione di congiuntura di difficile prevedibilità, anche se confortato a oggi dall’andamento positivo dei ricavi a fine ottobre». Tanto che lo scorso 10 dicembre gli analisti di Cheuvreux hanno mantenuto il giudizio outperform e un target price di 2 euro. I multipli borsistici, del resto, confortano: a fronte di un patrimonio netto di 657 milioni, la capitalizzazione si ferma a 201 (il price-book vale 0,3), con un debito netto di 416 milioni.