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De’ Longhi si riscalda (De\' Longhi heating up)

- Borsa e Finanza - Good financial performances for De\' Longhi: 2010 profit has doubled up to 75 million euro. I ricavi del quarto trimestre e dell’intero


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Good financial performances for De\' Longhi: 2010 profit has doubled up to 75 million euro.

I ricavi del quarto trimestre e dell’intero esercizio di De’Longhi hanno evidenziato una crescita a doppia cifra, con marginalità in aumento e un utile 2010 più che raddoppiato a 75 milioni di euro. Numeri lusinghieri che testimoniano come il processo di ristrutturazione aziendale sia stato positivo e abbia consentito di rilanciare il gruppo con sede a Treviso che produce elettrodomestici per i settori household e professional (la prossima settimana presenterà la nuova linea di macchine per caffè superautomatiche). Intanto, in settimana, in Borsa il titolo si è riportato sui massimi storici. Tuttavia i multipli cui tratta rimangono contenuti: 13 volte i profitti 2010 e 10 quelli attesi per l’anno in corso, con un multiplo sui mezzi propri di 1,3 volte. Sul versante patrimoniale, poi, si compra una società senza debito: nell’ultimo anno l’indebitamento finanziario netto è stato tagliato da 117 a 4,7 milioni.

Come segno di fiducia, infine, il management ha provveduto ad aumentare il dividendo: 0,146 euro per azione che, previa approvazione dell’assemblea chiamata a riunirsi in prima convocazione il prossimo 12 aprile, verrà staccato il successivo 26 aprile. Con un rendimento sui valori attuali del titolo (intorno a 6,8 euro) che si attesta poco sopra il 2% con un payout al 29%. Ma anche per il 2011 le prospettive appaiono positive: i ricavi sono attesi a 1,76 miliardi (1,63 nel 2010), con 218 milioni di ebitda (193 nell’ultimo esercizio) e 98 milioni di profitti netti, con una forchetta di previsione che va da 89 a 118 milioni. E così gli analisti sono tutti positivi, tranne Akros che è hold ma con target price a 7,15 euro: outperform per Mediobanca (fair value a 8,70 euro), buy per Equita (7,80 euro), Leonardo (7,50 euro), Unicredit (9 euro) e Banca Imi (7,90 euro).

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