- Italia Oggi -
Interview to Stefano Palombini, president of Sistema Espresso Italia, talking about himself and his family company.
La vita e i gusti di Stefano Palombini, presidente di Sistema Espresso Italia e consigliere Federlazio. Con il caffè e l'Accademia vendiamo anche emozioni Il tempo libero? Fra Roma e nuove mete con la famiglia.
Ogni giorno, in Italia, vengono servite milioni di tazzine di caffè: come banalmente si dice, un rito, ma non solo. Infatti, come tiene a precisare Stefano Palombini, sposato con due figli e presidente di Sei (Sistema Espresso Italia) nipote del capostipite di quello che è diventato un grande brand nel settore della torrefazione, il caffè «è una emozione» e anche uno straordinario elemento di aggregazione. «Oggi con la mia società (oltre 45 persone e 6.5 milioni di euro di fatturato) non siamo solo torrefattori, ma creatori di emozioni, grazie alla elaborazione di circa 500 ricette a base di caffè». Può sembrare una esagerazione, ma non lo è: negli stabilimenti di Pomezia (Roma) è in funzione da due anni l'Accademia del Caffè, la prima scuola di formazione e qualificazione professionale per baristi dove un maestro dell'espresso come Fabio Menichelli, ha già addestrato oltre 200 baristi.Questo vero e proprio laboratorio creativo dove si preparano caffè al cucchiaio, con alcol, a freddo o a caldo, è un vanto per Palombini. «Da qui è nato il marchio “a touch of Roma" e soprattutto il progetto di sviluppo in ben 20 paesi del mondo, dove abbiamo esportato non soltanto il nostro prodotto ma anche il know-how e una formula vincente che permette a tutti i nostri partner di sfruttare, personalizzandole, anche le nostre 500 ricette a base di caffè. Un modo per crescere e far crescere i nostri partner».E oggi Sei, che vanta una società controllata in Francia, è presente in ben 19 paesi del mondo: dal Kenya al Belgio, dall'Olanda alla Cina, dalla Grecia all'Indonesia. «È anche questo un modo per esportare l'italianità», spiega Palombini «senza peraltro stravolgere le tipicità locali, ma semmai coniugandole al nostro prodotto».Attualmente negli stabilimenti vengono lavorate quasi 3 tonnellate di caffè, attraverso una catena di produzione e imballaggio tutta robotizzata e rigorosamente controllata con test effettuati quotidianamente, ed a caso, nelle confezioni prodotte. E il futuro? La Sei, che si è consolidata anche attraverso la produzione di macchinette da espresso a cialde per ufficio, per la casa e perfino per gli aerei (è recente un accordo con l'aerolinea Blue Panorama per offrire espressi a bordo dei suoi aerei), punta a presidiare quello che è ormai il mercato emergente: il cosiddetto caffè porzionato, le cialde o capsule monodose usate in ufficio o a casa.Si tratta di un fenomeno mondiale se si considera che la Nestlé si è posta l'obiettivo di produrre entro i primissimi cinque anni, qualcosa come 12 miliardi di capsule l'anno. «Anche noi faremo la nostra parte», assicura, «ma con la passione e la creatività che sono il piccolo grande valore aggiunto delle aziende italiane».E Stefano Palombini ne è talmente convinto che parla con entusiasmo della nuova avveniristica macchinetta a cialde «Sei Mia», evoluzione della prima versione: verrà prodotta in 30 mila esemplari e avrà un touch-screen e un sistema che consentirà di inviare con sms le ordinazioni di cialde.C'è futuro, ma anche tanto romanticismo in questo giovane imprenditore che non ha particolari passioni, se non tante piccole «adorazioni»: a parte la città di Roma e la sua squadra di calcio, ama le cravatte di Hérmes e predilige le scarpe Tod's; appena può raggiunge la montagna italiana (ha una casa a Cortina), con la sua Range Rover e preferisce sempre la compagnia della sua famiglia per organizzare vacanze all'insegna del relax, della semplicità e dello sport più rilassante, come la pesca. E per questo suo hobby, ovviamente, lascia a casa il suo orologio Breguet.«Oltre alla pesca, mi rilasso anche con la lettura: ultimamente grazie a “Poteri forti" sono riuscito a capire meglio certi meccanismi economico-politici, così come mi piace andare a teatro, apprezzando le commedie». Cultore del vino, soprattutto del «Dolcetto», Palombini si regala anche qualche viaggio: «Dopo aver apprezzato luoghi italiani come la Sardegna e posti magici come Sirolo nelle Marche, mi piacerebbe scoprire l'India, ovviamente con tutta la famiglia».