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Lavazza punta sull\'espresso ad alta tecnologia (Lavazza focuses on high technology espresso)

- La Stampa - Agreement between Lavazza and the Turin\'s Polytechnic Institute. They will cooperate on projects related to quality, food safety, traceabili


- La Stampa -

Agreement between Lavazza and the Turin\'s Polytechnic Institute. They will cooperate on projects related to quality, food safety, traceability and environment safeguard.

Non c'è crescita senza innovazione: a dimostrarlo sono i risultati di troppe voci dell'azienda-Italia. Alla Lavazza, invece, l'innovazione è sempre stata una bandiera e l'accordo siglato proprio ieri con il Politecnico di Torino aggiunge un tassello importantissimo a questa logica. Il rettore del prestigioso ateneo, Francesco Profumo, e il presidente del gruppo leader mondiale monomarca nel caffè, Alberto Lavazza, hanno messo i loro nomi in calce all'intesa: d'ora in poi l'azienda e l'Ateneo, che già da tempo collaborano su specifici progetti, lavoreranno in stretta sinergia in tre ambiti fondamentali: la ricerca e il trasferimento tecnologico, la consulenza e la formazione. Lo scopo è quello di conseguire risultati importanti su temi strategici per l'azienda e per l'intero mercato, come la qualità, la sicurezza alimentare, la tracciabilità, la sostenibilità ambientale ed energetica, l'ottimizzazione dei cicli produttivi e dei materiali impiegati.

"È la prima volta che un'azienda agroalimentare firma un protocollo del genere - commenta Gaetano Mele, amministratore delegato del colosso internazionale del caffè - in media non si investe più dello 0,4% del fatturato in ricerca. Noi, nei prossimi tre anni, contiamo di accelerare entro una forbice che va da una base non inferiore allo 0,5% sino ad un massimo dell'1%". Numeri tutt'altro che trascurabili, visto che Lavazza nel 2007 ha registrato ricavi netti per oltre un miliardo di euro (realizzati per il 38% all'estero) e le stime di crescita del 2008 sono indicate al 7-8%, a quota 1,1 miliardi di fatturato. "L'utile netto, invece - precisa Mele - sarà leggermente inferiore ai 68,5 milioni dell'esercizio 2007, perchè abbiamo accusato il forte rincaro del caffè sui mercati internazionali, ma è stato comunque deciso di rispettare totalmente i programmi di ricerca e sviluppo". Una scelta essenziale per proiettarsi sempre di più all'estero, dove una crescita del 20% l'anno scorso ha bilanciato una sostanziale stabilità delle vendite sul mercato nazionale. Il tutto abbinato ad una politica di ampliamento basata su acquisizioni, come quelle delle catene Barista e FresheHonest, in India, unite a quelle di Cafè Grao Nobre e Tierra Brasil, in Brasile. "Ma non è sempre facile trovare aziende da comprare che siano pienamente in linea con le nostre strategie", spiega l'Ad. Il fatto è che le strategie di Lavazza può concepirle solo questo marchio, diventato nel mondo sinonimo dell'espresso italiano. E come tutte le grandi firme del made in Italy, dalla moda al vino, nel mirino dei falsificatori con azioni di pirateria pesanti e piuttosto frequenti, soprattutto sui mercati emergenti. "È anche per questo che puntiamo così forte sull'innovazione tecnologica e di prodotto - conferma Gaetano Mele - bisogna marcare sempre di più la distanza con ogni possibile imitazione". E per rinforzare il peso del marchio un 5% del fatturato viene destinato alla pubblicità: "un investimento - assicurano in Lavazza - che ha ritorni totalmente soddisfacenti". La sfida si gioca sul plusvalore della qualità italiana, ma anche su obiettivi di sostenibilità ambientale, che si traducono in risparmi per la collettività attraverso la scelta delle energie rinnovabili e di packaging di facile smaltimento. Da qui i sistemi a cialde "Blue" e "A modo mio" con cui il gruppo si proietta verso nuove enormi aree come l'India. Certo la crisi internazionale morde, ma, dice Mele: "La rotta è tracciata e possiamo anche affrontare il mare in tempesta".

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