The Turin-based coffee roaster Lavazza is passing from the third to the fourth family\'s generation. New rules of governance are being studied for a better equilibrium.
I due «rami» alla prova del riassetto. La scadenza del consiglio di amministrazione di fine giugno. L'incarico per un nuovo equilibrio al vertice del gigante del caffè.
Le settimane che aprono questo 2011 sono particolarmente importanti per Lavazza, il gruppo del caffè che è stato fondato da Luigi Lavazza alla fine dell'Ottocento e oggi supera 1,1 miliardi di euro di ricavi consolidati.
C'è - certamente - da affrontare il forte rincaro della materia prima (il caffè crudo) che ha costretto l'azienda a rivalutare i listini tra il 9 e il 16% a partire da questo mese.
Ma - soprattutto - c'è da definire compiutamente il percorso che segnerà il passaggio definitivo dalla terza alla quarta generazione: a Torino, sede del marchio italiano, sono allo studio nuove regole di governance per recepire l'allargamento dell'azionariato che si è creato con il trascorrere del tempo.
Tre (Antonella, Marco e Manuela) sono i figli di Alberto Lavazza, 70 anni, attuale presidente del gruppo e ultimo esponente in azienda della terza generazione. Due (Giuseppe e Francesca) i figli di Emilio Lavazza, scomparso quasi un anno fa. E proprio la morte del presidente onorario, l'imprenditore che, insieme ad Armando Testa, diede vita a due personaggi storici del Carosello come Carmencita e Caballero, ha provocato un'accelerazione del processo; come del resto sempre accade in questi casi nelle aziende familiari. L'agenda di gennaio e febbraio sarà, dunque, intensa.
Rinnovi
Il tema di come regolare i rapporti tra i due «nuovi» rami che controllano Lavazza con il 50% ciascuno è arrivato sul tavolo della famiglia negli ultimi mesi e avrà un suo primo snodo quest'anno con il rinnovo del consiglio di amministrazione della società del caffè che scade, dopo tre anni, con l'approvazione a giugno del bilancio 2010.
In questo ambito è ipotizzata l'uscita dell'amministratore delegato Gaetano Mele che, dopo aver spinto il gruppo verso l'internalizzazione (ha appena siglato l'accordo con l'americana Green Mountain Coffee Roasters di cui Lavazza ha rilevato in agosto il 7% investendo 250 milioni di euro) e gestito la prima parte della transizione dalla terza alla quarta generazione, a 65 anni e dopo sei trascorsi a Torino farebbe un passo indietro; anche se potrebbe mantenere il ruolo da consigliere di amministrazione insieme ad Alessandro Lorenzi, 62 anni, attuale consigliere con delega in materia finanziaria, amministrativa, contabile e fiscale.
Le decisioni non sono ancora definitive perché tutto dipenderà dal profilo che la famiglia sceglierà come nuovo amministratore delegato. Vicino all'azienda si sostiene che sarà comunque quasi certamente un manager esterno, mantenendo così la direzione compiuta tre anni fa.
La holding
Come si vede nel grafico, il gruppo Lavazza è controllato dalla famiglia attraverso Finlav, la holding che ha come primo oggetto sociale l'attività di «acquisizione e gestione della partecipazione sociale nella Luigi Lavazza spa». Finlav a sua volta riporta, con quote paritetiche, alle due accomandite di Alberto Lavazza e figli e degli eredi di Emilio Lavazza. Un ruolo di cerniera tra i due gruppi è affidato ad Ago, società semplice dal nome indicativo, costituita nel 1989 tra Alberto ed Emilio Lavazza con quote uguali e come soci d'opera Franzo Grande Stevens, Cesare Ferrero e Tullio Toledo: possiede 2 azioni ordinarie di Finlav, sua unica partecipazione secondo i documenti Cerved, ed è appunto l'«ago della bilancia» del gruppo.
Generazioni
Giuseppe, 45 anni, e Francesca, 41 anni, sono i due figli di Emilio Lavazza. Entrambi siedono nel cda sia di Lavazza che di Finlav, società delle quali Giuseppe è, rispettivamente, vice presidente e amministratore delegato. Con la morte del padre, i due fratelli sono diventati soci accomandatari della Sapa di famiglia e azionisti «pieni» (oltre alla nuda proprietà delle azioni delle quali è usufruttuaria la madre). Secondo l'atto costitutivo, gli eredi di Emilio dovrebbero subentrare anche nella Ago.
Nell'Alberto Lavazza Sapa socio accomandatario è Alberto Lavazza. Passaggi di nuda proprietà delle azioni dell'accomandita sono già avvenuti, ma i titoli sono affidati a fiduciarie. Dei tre figli di Alberto, Antonella, 38 anni, è nel cda di Lavazza e di Finlav, e Marco Lavazza, 33 anni, è in quello di Lavazza. L'ultimogenita Manuela studia ancora.
La completa titolarità delle azioni, con i diritti di voto connessi, pur se naturale non è un passaggio neutro in una azienda familiare. Porta necessariamente a rinegoziare le relazioni. Nel gruppo torinese del caffè, che ha finora sempre avuto una guida maschile (le prime donne a entrare in azienda sono Antonella e Manuela), i protagonisti operativi della quarta generazione sono Giuseppe e il cugino Marco. Dodici anni di età di differenza, hanno due ambiti di competenza precisi, Giuseppe guida lo sviluppo prodotto e il marketing, Marco le operazioni straordinarie come le acquisizioni. Se il gruppo manterrà la linea del comando al maschile, per la Lavazza formato quarta generazione è soprattutto tra loro che nei prossimi anni il dialogo dovrà essere sempre fluido.