- La Repubblica -
According to a US study published on Hepatology, coffee and tea consumption is good for those people not responding to drug therapies for hepatic diseases.
Nell´epatite C (Hcv), nella metà circa degli ammalati è efficace la cura con peginterferone e ribavirina. Altri, invece, non rispondono positivamente a questi farmaci. Bere caffè è stato associato a effetti benefici sul fegato, contro cirrosi, disturbi cronici, epatocarcinoma. Tali benefici deriverebbero da diversi componenti del caffè: caffeina, diterpeni, polifenoli. Nessuno studio aveva esaminato, però, la relazione tra consumo di caffè e progressione di patologie epatiche. Lo hanno fatto ricercatori statunitensi in uno studio, pubblicato su Hepatology (2009), in cui si esamina la relazione tra consumo di caffè, tè, progressione dell´Hcv e altre patologie epatiche che non rispondevano ai farmaci. In sostanza i bevitori (53 per cento) di caffè e di tè verde e nero, mostravano, rispetto ai non bevitori, minor rischio di progressione della malattia. Risultati simili si avevano nei sofferenti di fibrosi e cirrosi epatica. Ma il consumo esagerato di caffè non è salutare e ricordate che si tratta di caffè all´americana, differente dal nostro espresso.