Elettrodomestici. La società di Treviso si dedicherebbe solo al settore della climatizzazione
Il gruppo a un passo dall'acquisto di gran parte delle attività - AREA STRATEGICA Trattative riprese dopo il grave incendio dell'aprile scorso Le macchine per caffè asset principale
Paola Guidi
MONACO
Sarà nel ricco mondo delle macchine per caffè il matrimonio del secolo. Secondo indiscrezioni il gruppo tedesco Philips, tramite la sua nuova divisione Consumer Lifestyle, sarebbe a un passo dal concludere l'acquisizione di una consistente "fetta" della De'Longhi di Treviso. Se l'operazione dovesse andare in porto Philips diventerebbe il numero uno mondiale nelle macchine per caffè e nei piccoli elettrodomestici. E batterebbe competitor americani, cinesi, i francesi della Seb Tefal, entrando in un comparto dove i prezzi delle macchine espresso italiane si aggirano sui 550 euro contro i 100 euro delle macchinette-filtro. Un settore che non conosce crisi e che addirittura è salito al 17% del mercato europeo e dove il gigante Nespresso, con le sue capsule, sta lanciando con George Clooney un prodotto di lusso: capsule rivestite di cristalli, vendute in edizioni limitate.
La società di Treviso cederebbe brand come De'Longhi, Ariete e Kenwood che conta in Cina su una fabbrica di proprietà da dove escono prodotti di fascia alta. E manterrebbe il comparto della climatizzazione con i condizionatori e gli apparecchi per il riscaldamento.
Proprio nel momento in cui - come spiega Matilde Soregaroli, a capo del settore elettrodomestici e clima di Gfk Europa - le vendite dei no-brand cinesi di prodotti poco affidabili sono crollate.
I contatti tra Philips e De'Longhi, partiti all'inizio dell'anno, erano stati interrotti a causa dell'incendio che a metà aprile distrusse interamente le linee di produzione. Ma sono ripresi alla vigilia dell'estate in un totale riserbo che è stato interrotto solo da riorganizzazioni societarie di ambedue i gruppi che sembrano fatte apposta per favorire il passaggio di attività produttive, quote di mercato e marchi. Ambedue le aziende hanno semplificato la filiera industriale e mangeriale. Philips creando con Vision 2010 tre divisioni: una per il lighting, una per i prodotti consumer (elettronica di consumo e piccoli elettrodomestici), una per il settore medicale. De'Longhi in giugno con l'annuncio di una riorganizzazione in due aree ben distinte: Household e Professional (climatizzazione).
Nel 2006 era stata ceduta la Elba con la fabbrica specializzata nella produzione di apparecchi da incasso alla neozelandese Fisher & Pykel, che da anni acquistava da De'Longhi. Chiuso il capitolo dei grandi elettrodomestici che pure aveva buoni risultati, ma che non faceva parte - sottolineò De'Longhi - del core business, veniva rafforzato il settore clima, quello che resterà sotto il controllo diretto di De'Longhi. Da parte sua Philips ha spostato uno dei big del cda, l'italiano Andrea Ragnetti, proprio a capo dell'area consumer per gestire trattative e passaggio dei brand e delle attività.
E la Saeco che con la controllata Gaggia è nei primi tre posti nelle vendite in Italia? Venduta nel 2005 da Sergio Zappella ad un fondo francese, naviga a fatica tanto che tutti si aspettano il secondo ritorno del roccioso patron.