La cialda manda in pensione la moka. La delocalizzazione di un’azienda storica come la Bialetti, produttrice delle moka, uno dei simboli della nostra tradizione, è l’ultimo dei colpi bassi inferti a questa povera Italia che sogna ancora di produrre. Ci vorrebbe un po’ più di rispetto per tutte quelle persone che con la loro inventiva hanno creato oggetti che hanno conquistato a pieno titolo un posto in musei come il Moma di New York. Tutta colpa di quella nuova trovata che si chiama cialda, sulla quale nutro qualche perplessità. Si tratta di contenitori in materiale plastico che inseriti nelle apposite macchinette generano la preziosa crema. Il miracolo in questione avviene grazie all’acqua calda che prima passava nell’alluminio e ora entra in diretto contatto con la plastica. Molto si è scritto a proposito di plastiche come il Pvc e alla loro pericolosità per il rilascio di componenti chiamati ftalati che sono classificati come cancerogeni.
Ora, se già queste molecole vengono rilasciate normalmente a temperatura ambiente, essendo le reazioni chimiche influenzate dalla temperatura, mi chiedo che cosa potrebbe accadere quando l’acqua, vicina al punto di ebollizione, viene a contatto con quella plastica. Temo di ricevere risposte che potrebbero risultare sgradevoli.
Lutezio Lantanidi e-mail