- La Repubblica -
Saeco\'s sale has been finalized. The Italian manufacturer of espresso coffee machines will now belong to Dutch company Philips.
La società italiana, leader in Europa, passa dal fondo Pai alla Philips. Per concludere l´operazione il compratore ha chiesto la cancellazione di 300 milioni di debiti su un totale di 500.
Philips ha scelto di bere un buon caffè espresso da una caffettiera Saeco. E per concederselo, questo lusso, ha deciso di versare 200 milioni al fondo francese di private equity Pai Partners. E a investire altri 60 milioni per rilanciare le attività dell´azienda bolognese bruciando così i concorrenti De Longhi e Electrolux. Per la multinazionale olandese presente in settori come l´illuminazione e il biomedicale, gli elettrodomestici e le tv color si tratta della prima incursione nel comparto del caffè all´italiana. Con oltre 300 milioni di fatturato Saeco è il maggior produttore europeo di macchine per il caffè e il numero uno mondiale nel segmento delle macchine completamente automatiche ad uso domestico. Certo, sempre Philips controlla già il marchio Senseo. In questo caso, però, si tratta di macchine per il caffè all´americana.
Tutto a posto, dunque? Non ancora. Prima di concludere l´operazione bisogna sciogliere il nodo dei creditori. L´azienda italiana è infatti indebitata con le banche per circa 500 milioni di euro. E la Philips ha posto una condizione molto precisa per il varo dell´acquisizione: la cancellazione di 300 milioni di debito. Altrimenti non se ne fa nulla. Tuttavia, secondo indiscrezioni, le banche da Bnp Paribas a Intesa Sanpaolo, da Unicredit a Mps senza dimenticare Rabobank e, al di fuori del sistema creditizio, il fondo Oak3 sembrerebbero disposte al sacrificio. Il motivo: la proposta Philips viene giudicata in grado di assicurare un futuro alla Saeco.
Quanto al sindacato, chiede che l´acquisizione non comporti un taglio dei posti di lavoro. «È un´operazione importante», dice Marino Mazzini, segretario generale Fim Cisl Bologna, «che auspichiamo comporti il rilancio della Saeco. Vogliamo però capire le dinamiche che si prospettano per la Saeco, a tal proposito abbiamo richiesto al più presto un incontro con la nuova proprietà». Incalza Bruno Papignani, segretario della Fiom-Cgil di Bologna: «Non accetteremo mai una soluzione finanziaria che imponga la riduzione dei costi attraverso la riduzione dell´occupazione e nuove delocalizzazioni di una parte delle attività». Poi aggiunge: «Allo stato siamo molto preoccupati, chiediamo che almeno vi sia trasparenza».