"Riprendo la vita così com´è, amo la gente così com´è E voi mi piacete perché siete esibizionisti e giocate con me".
Otto ore di scatti al Caffè di Roma tra ragazze spettacolari, giovani arabi, anziani tutti rughe panna e croissant.
Ogni tanto è bello sentirsi Milano. Come ieri, al Caffè di Roma, in piazza Solferino. A un tavolino del dehors ci sono tre ragazze mediterranee spettacolari, una con un decolleté che ruggisce. A un altro una coppia di giovani arabi vestiti di tutto punto, colori sgargianti, tessuti, seduzione mediorientale. Vicino al banco due begli anziani, tutti rughe e classe. E poi tanti altri idealtipi - italici e no - di consumatori di caffè, il manager che lo beve in un istante per poi scappare in una riunione, gli studenti che cincischiano tra una lezione e l´altra, teen ager che amoreggiano.
Tra questi si muove con il suo sorrisone inglese, i jeans stazzonati e la camiciona a scacchi Martin Parr, il più famoso fotografo inglese contemporaneo. Parr è molto inglese e molto fotografo. Ma non l´inglese da giacca fumo di Londra, quello da pub di Nick Hornby. E non il fotografo glamour tipo Newton, piuttosto un reporter di quelli che raccontano la vita vera, il naso sudato, l´orecchio rugoso, la ricrescita dei capelli, la macchia sul vestito, le labbra rifatte, la pancia che straborda dal costume. Guardate le sue foto su www. martinparr. com: sono abbacinanti. La vita non è vera. È super vera. Illuminatissima. Iperreale. Ha pubblicato decine di libri che parlano delle persone, delle cose, dei luoghi di tutti i giorni. Del senso comune come di bagnanti sudaticci, di pantofole come di ciambelle, di salotti come del costo della vita. Uno, bellissimo, si chiama «Coppie annoiate».
Beh, se Parr - che è uno degli occhi di punta della più grande agenzia del pianeta, la Magnum - è a Torino, è grazie alla personale e grandissima passione di Francesca Lavazza per la fotografia. È lei che da anni segue progetti in ogni angolo del mondo per utilizzare la forma d´arte che più le piace come strumento di marketing dell´azienda di famiglia (indovinate qual´è). E quando, quattro anni fa, la Lavazza ha presentato a Londra una mostra di David Lachapelle, Francesca ha incontrato il lavoro di Parr che era esposto negli stessi giorni. E s´è innamorata. Così ha aspettato l´occasione buona. Ed eccola qua: l´azienda sta lanciando i «Caffè di Roma» in tutto il mondo, sono decine tra Italia, Spagna, Portogallo ed Emirati Arabi. E per rifare l´arredamento di tutti i punti vendita c´era bisogno di un bel set di immagini da affiggere alle pareti. Il tempo di trovare un buco nell´agenda fittissima di Parr - che ama la vita vera, ma lavora assiduamente per la pubblicità, il prossimo cliente è la Schweppes - ed eccolo che atterra a Torino, ieri mattina, per un intensissimo shooting di otto ore. Volo di ritorno alle 17.30. A pranzo, al San Tommaso 10 - altro bar-ristorante della famiglia - non ha bisogno degli agnolotti al plin per convincersi che Torino è una bella città. La ama. Come ama tutta l´Italia. Indistintamente. Milano, Reggio Emilia...
Sotto la Mole mancava da una decina d´anni, quando la frequentò per un festival di fotografia. Gli piacciono gli italiani. Perché sono esibizionisti, si prestano, giocano. E se gli fai notare che tante sue foto hanno un´aria affascinante e grottesca, si offende: «Io fotografo la vita così com´è, se le foto vi sembrano grottesche è perché pensate che lo sia la vita. È così? Ognuno di noi è bello e brutto nello stesso tempo, piacevole e spiacevole. Così è fatto il genere umano». Allora, per recuperare e guardare verso la Fiera del Libro che sarà dedicata alla bellezza, gli chiedi cos´è il bello. «Il bello è propaganda. Le cose belle si usano per vendere. Anche un album di famiglia è propaganda, per far buona impressione. Io amo la gente così com´è, e ognuno trova la bellezza dove gli pare, senza regole». «Quello che mi affascina di Parr - aggiunge Lavazza - è che è intransigente con la realtà ma la guarda con positività, con ironia. Si vede che ama le persone anche dal rapporto che instaura con i passanti, con donne e uomini veri - non modelli - durante il suo lavoro».
Poi di nuovo a scattare dettagli, le mani di una ragazza che stringe un bicchierone di carta colmo di panna, cioccolato, caramello, graniglia, insomma quell´idea di caffè che va tanto fuori porta. Un po´ di curiosi occhieggiano, magari qualcuno diventerà soggetto per Parr. C´è spazio per tutti. Anche per un cane che entra incuriosito. Lasciatelo - si dice in giro - chi è più vero di lui?