La cialda in carta ha mantenuto le quote, pur in un’altalena legata alla situazione contingente, alla crisi e alle concentrazioni industriali che sono in atto nel nostro settore.
I numeri che la Presidenza ha condiviso, anche se non certificati, sono comunque frutto di considerazioni legate all’esperienza diretta del Presidente e suffragate da ricerche commissionate dalle più rinomate aziende di torrefazione.
Iniziamo col dire che il mercato stimato delle cialde E.S.E. in carta è di circa 600 milioni di pezzi globali; di questi la metà sono in Italia. Il resto è più o meno equamente ripartito tra U.S.A. ed Europa.
La dinamica degli ultimi anni (2012-2015) ha visto sostanzialmente un picco di crescita anno su anno del 12% (nel 2011) e poi successivamente un assestamento (dal 2013 ad oggi con volumi in decrescita o in crescita molto leggera di pochi punti percentuali). Fino ad arrivate al 2015 con l’incremento del 2% a valore.
La nota di fondo è che essendo un prodotto maturo il prezzo medio sta scendendo di poco, ma di qualche punto percentuale all’anno. Questo però non impedisce una leggera crescita a valore del 5%. A volume invece la crescita è molto più contenuta: negli ultimi tre anni il 2%.
La competizione del sistema cialde in carta è abbastanza accesa e a favore di sistemi chiusi, con utilizzo di capsule in plastica piuttosto che in alluminio o altri materiali come plastiche biodegradabili o altro, quindi capsule rigide rispetto alla carta.
Lo scenario mutato degli ultimi anni, ha infatti registrato:
- l’ascesa dei sistemi porzionati a scapito del tradizionale roast & ground
- grandi concentrazioni industriali e grandi competizioni soprattutto sul versante della proprietà intellettuale sui sistemi porzionati
- grandi alzate di scudi sul versante della sostenibilità ambientale e sulla sostenibilità dei sistemi porzionati in plastica e in alluminio.
Le cialde a standard E.S.E., pur essendo un prodotto maturo, sta trovando su alcuni mercati come gli USA un rinnovato interesse grazie al fatto che è percepito come un prodotto light e molto poco “over packaging”.
Questo scarso sovra-imballaggio che invece penalizza molto i sistemi porzionati rigidi chiusi, potrebbe rivelarsi un’opportunità soprattutto nei mercati più sensibili ai temi ambientali.